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Quali attività quotidiane vengono influenzate dai rumori? Questo piatto  non sa di niente! Meglio cambiare canzone.

– TEMPO DI LETTURA:  3 minuti 

Ci avete mai pensato a come l’udito influenzi la nostra vita quotidiana?

Ho trovato il problema: l’ipoacusia!

Ho risolto il problema: il Centro Acustico della Sardegna ha trovato l’apparecchio perfetto per le mie esigenze!

Ma davvero si tratta solo del problema di sentire…e non di cosa e come sentire?

Oggi vogliamo farvi fare un viaggio panoramico intorno alle nostre orecchie! Siete curiosi di sapere quali attività quotidiane vengono influenzate dai rumori, dalla musica e dai suoni che ci circondano?

Questo piatto  non sa di niente. Meglio cambiare canzone.

 Secondo diversi studi, ormai sempre più approfonditi, la percezione dei gusti e dei sapori cambia a seconda della musica o dei suoni di sottofondo.

A tal proposito è stato recentemente condotto un esperimento che ha dimostrato come un semplice caffè veniva assaporato in maniera diversa a seconda dell’ambientazione in cui veniva servito.

 

Food Quality and Preference: l’esperimento del caffè

Hanno preso parte all’esperimento 400 bevitori abituali della famosa bevanda “nera e bollente” e sono stati invitati a bere lo stesso caffè in due situazioni diverse: nel primo caso lo hanno sorseggiato immersi nel rumore caotico tipico di un bar nell’ora di punta mentre invece, nel secondo caso, hanno potuto gustarlo con gli stessi rumori somministrati in maniera molto più soft.

Voi direte: “Beh, un buon caffè è pur sempre un buon caffè!”

Eppure…a parità di qualità, le seconde tazze di caffè sono risultate più gradevoli e soprattutto l’aroma del caffè è stato percepito come più intenso.

 

Concentriamoci sul caffè!

 Come mai lo stesso caffè è sembrato così diverso? Lo studio ha dimostrato come i rumori forti siano in grado di catturare la nostra attenzione in maniera molto irruenta, tanto da “indebolire” la percezione di tutti gli altri sensi.

Il dolce e il salato: chi ne paga le conseguenze?

 Sembrerebbe che a pagare le conseguenze di un ambiente troppo rumoroso siano proprio i due “opposti”.

 Sia il dolce che il salato perdono di intensità e vengono percepiti e apprezzati meno se sovrastati da una musica troppo forte o “dura”.

 Chi invece va d’accordo con gli ambienti chiassosi è la croccantezza che, pur non essendo propriamente un sapore, rientra a pieno diritto tra le esperienze sensoriali del cibo.

Il Parmigiano Reggiano, i funghi secchi, le alghe, il glutammato, la colatura di alici, il pomodoro maturo o il suo succo e alcune carni forti compongono invece la schiera dei cibi indomabili…anche dalle nostre orecchie! I cibi ricchi di umami hanno sapori talmente decisi e riconoscibili che sfuggono alle leggi della musica!

 

Tutto fa marketing…se studiato nel modo giusto!

 

A cosa servono, alla fine di tutto, questi affascinanti studi?

 

Alcuni ristoranti di larghe vedute hanno cominciato ad approfondire gli studi sulla correlazione tra musica/rumore e cibo cercando di tirare acqua al proprio mulino.

A seconda del prodotto offerto ogni locale può, in un certo qual modo, interagire con l’esperienza sensoriale del cliente e spingere sulla consumazione mirata di alcuni alimenti e bevande.

D’altronde…nella vita “ci vuole orecchio”, magari anche a tavola!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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